“Dalai Lama”: testo, traduzione e significato
“Dalai Lama” è la terza traccia di “Reise, Reise” il quarto album dei Rammstein, pubblicato il 27 Settembre 2004.
Testo e Traduzione (da www.metalgermania.it)
Dalai Lama [1]
[1] La canzone è una rivisitazione in chiave moderna del poema “Erlkönig” di Goethe. Il Dalai Lama è la massima autorità temporale del Tibet, nonché la massima autorità spirituale della scuola Gelug del Buddhismo Tibetano. Quello attuale, Tenzin Gyatso, ha paura di volare.
[2] Con ogni probabilità il testo si riferisce al volo 123 della Japan Airlines, che si schiantò contro una montagna nel 1985, causando la morte di 520 persone (si tratta di uno dei peggiori incidenti aerei della storia). Gli ultimi secondi di registrazione della scatola nera di quell’aereo sono inseriti all’inizio dell’album “Reise, Reise” (che contiene appunto anche “Dalai Lama”) come hidden track; la stessa copertina dell’album raffigura una scatola nera danneggiata con la scritta: “Flugrekorder, nicht öffnen” (Registrazione di volo, non aprire).
[3] La parola “Wiegenfest” è un termine arcaico per “compleanno”, ma tradotta letteralmente sarebbe “celebrazione della culla”.[spacer]Significato e spiegazione del testo (da www.metalgermania.it)
“Dalai Lama” è una rivisitazione in chiave moderna del celebre poema di Goethe “Erlkönig” (il re degli elfi), messo in musica da Schubert, che racconta la cavalcata attraverso il bosco di un padre e di suo figlio. Quest’ultimo ad un certo punto vede il re degli elfi, che lo chiama e lo invita ad unirsi a lui e alle sue figlie nei giochi e nelle danze; di fronte al rifiuto del bambino, il re degli elfi minaccia di prenderlo con la forza. Nelle credenze popolari dell’epoca, il re degli elfi era un presagio di morte, infatti solo le persone prossime a morire potevano vederlo; il padre all’inizio non crede alle parole del figlio ed è convinto che questi abbia visto solo una lingua di nebbia e udito il rumore del vento tra gli alberi, ma poi capisce che ha davvero visto il re degli elfi e che questi lo ha veramente chiamato a sé. Preso dal panico lancia il cavallo a tutta velocità in una furiosa e disperata corsa verso casa, ma sarà tutto inutile: arrivato a destinazione si accorgerà che il bambino che stringeva tra le braccia era morto.
Nella rivisitazione dei Rammstein padre e figlio sono su un aereo per raggiungere la madre nel giorno del suo compleanno. Si addormentano mentre l’aereo attraversa una turbolenza: nel sonno il re degli elfi (che Lindemann chiama signore del cielo), sussurra nell’orecchio del bambino e lo chiama a sé, proprio come nell’opera di Goethe.
La turbolenza diventa una vera e propria tempesta e i passeggeri dell’aereo si svegliano spaventati: i sussurri che il bambino udiva nel sonno sono reali, il re degli elfi lo sta davvero chiamando!
L’epilogo è già scritto, ma c’è una sostanziale differenza rispetto all’opera originale; nel testo di Goethe il bambino è malato e vede il re degli elfi durante i deliri causati dalla febbre: la sua sorte è segnata nonostante la corsa disperata del padre. Nella trasposizione dei Rammstein, invece, è il padre stesso che, terrorizzato dalla tempesta (“la paura non conosce nessuna pietà”), stringe troppo forte il figlio a sé (“non nota la sua difficoltà a respirare”) e lo uccide (“spreme l’anima dal bambino”).
Il titolo “Dalai Lama” non ha nessuna attinenza con il contenuto del testo ed è stato scelto, per stessa ammissione della band, solo per dare un tocco orientale alla vicenda (il Dalai lama è la massima autorità spirituale buddista). Tuttavia va segnalata una curiosità non certo casuale: Tenzin Gyatso, l’attuale Dalai lama, ha paura di volare.
Il ritornello ci presenta una visione molto pessimista del destino dell’umanità, nella sua inesorabile corsa verso la rovina e la distruzione, condannata a vivere fino a che non sopraggiunge la morte. La band accenna anche al fatto che l’uomo non appartiene all’aria e che quindi la presenza a bordo di un aereo e lo stesso atto di volare sono in un certo senso “innaturali”…e saranno puniti con la morte. Infatti la canzone, oltre a richiamare il testo di Goethe, è ispirata dall’incidente aereo occorso al volo Japan Airlines 123 nel 1985 (ricordiamo anche che lo stesso nome Rammstein si ispira all’incidente aereo avvenuto nella base militare di Ramstein nel 1989), in cui morirono 520 persone (il secondo incidente aereo con più vittime). Gli ultimi secondi di registrazione della scatola nera di quell’aereo sono inseriti all’inizio dell’album “Reise, Reise” (che contiene appunto anche “Dalai Lama”) come hidden track; la stessa copertina dell’album raffigura una scatola nera danneggiata con la scritta: “Flugrekorder, nicht öffnen” (Registrazione di volo, non aprire).
Possiamo quindi dire che in questo testo i Rammstein prendono spunto dall’opera di Goethe, per rielaborarla e fonderla con la tragica attualità, producendo un testo emozionante e geniale, seppur non sia tra i più conosciuti e la canzone stessa non sia mai stata suonata dal vivo, a parte rarissimi casi.
Daniele Benedetti
Foto © Michel Fernando
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