“Ich will”: testo, traduzione e significato
“Ich will” è la quarta traccia di “Mutter“, il terzo album dei Rammstein, pubblicato il 2 Aprile 2001.
Testo e Traduzione (da www.metalgermania.it)
Ich will – Io voglio
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Significato e spiegazione del testo (da www.metalgermania.it)
“Ich will” presenta due chiavi di lettura: il testo e il video che, partendo dallo stesso concetto di fondo, ne esplorano aspetti diversi.
Il testo ad un primo impatto potrebbe sembrare quasi senza senso; in realtà parla del rapporto tra i gruppi musicali ed il pubblico, in particolare dei vari “rituali” che si instaurano durante i concerti: conversare, porre delle domande, ballare o fare gesti mentre i fan rispondono in coro imitando il cantante. I Rammstein considerano strani e innaturali questi atteggiamenti, vedendoli come un modo per soddisfare l’ego delle band: tutto questo non fa parte del loro modo di vivere il palco e la musica, visto che non dialogano nemmeno con il pubblico durante i concerti. La “critica” verso certi comportamenti si esprime nel “non vi capisco”, che chiude il ritornello con un doppio significato: da una parte si incitano i fan ad urlare e ad applaudire più forte, dall’altra (e più verosimilmente) si dichiara apertamente di non capire il perché di certi atteggiamenti ridicoli.
Ma se nel testo un tale comportamento viene criticato, durante i concerti, con la graffiante ironia che li contraddistingue, i Rammstein esortano il pubblico ad alzare e battere le mani durante l’esecuzione di “Ich will”: questo crea un effetto veramente spettacolare ed emozionante, soprattutto in Germania, dove l’incitamento viene capito e raccolto dall’intero pubblico.
Nel video il concetto espresso nella canzone viene portato alle estreme conseguenze: il teatro della vicenda è la Banca Centrale di Berlino e sullo sfondo la Porta di Brandeburgo e la cupola del Reichstag (ricostruita dopo gli ingenti danni subiti a causa dei bombardamenti nel 1945), simboli della libertà riconquistata da Berlino e da tutta la Germania Est dopo la riunificazione. Quale posto migliore per sfogare il proprio ego e rivendicare la propria libertà, dopo anni di tirannia sovietica? I Rammstein rapinano la banca, ma ad attenderli all’esterno, c’è una folla immensa di fan e giornalisti che li acclama e cerca di intervistarli e fotografarli, rendendo difficile l’intervento della polizia, presente per l’occasione con reparti da irruzione, cecchini e uno spiegamento di forze degno del miglior film americano, che alla fine li arresterà.
Una critica evidente ai media che mostrano solo ciò che vogliono che si veda (di certo i video storici della DDR non mostravano le atrocità che avvenivano dietro il muro), riuscendo a trasformare sei rapinatori in idoli della folla: la beffa è che i sei saranno addirittura premiati in carcere per la loro impresa (in realtà questa è la scena di apertura del video, che poi racconta la rapina con un lungo flashback), ancora una volta davanti ad una schiera di giornalisti e fotografi, che di nuovo li sbatterà in prima pagina, non importa per quale motivo. Sullo sfondo un quadro che raffigura Flake (il tastierista della band), che al momento dell’arresto si era fatto esplodere, e che quindi è stato trasformato in un martire per la causa.
Daniele Benedetti, Tina Troccoli
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